Alla fine de La Tempesta, come in un sogno, Shakespeare fa vincere compassione e riconciliazione. Tranne Calibano, lo schiavo nativo abbandonato alla sua isola ormai deserta, nessuno si fa male veramente: la tempesta e il naufragio iniziali erano il risultato degli incantesimi orchestrati da Prospero con le sue arti magiche.
In questa plaquette, invece, l'immagine creata da Federico Fusetti ci rimanda alle tragedie dei giorni nostri. Il suo vascello giace sul fondo del mare distrutto, mentre riecheggiano le parole di Miranda (O I have suffered / with those that I saw suffer) che facciamo nostre. Il relitto è vuoto, desolato. Non ci sono i corpi di chi ha perso la vita e, con loro, sembra svanito anche il nostro senso di umanità e compassione. Quel carico umano fisico ed etico che questo mondo pare aver smarrito.
Edizioni dell'Ombra, in umbra educatæ 110: IL CARICO UMANO, un frammento da La Tempesta di Shakespeare con una linoleumgrafia di Federico Fusetti. Testo italiano di Cesare Vico Lodovici (1953). In esergo la versione è di Diego Angeli (1911). Stampato a mano con caratteri Optima Antiqua su carte Fabriano, Fedrigoni e Hahnemühle in una tiratura di 30 esemplari e 5 prove. Salerno, 22 settembre 2025.
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